Malattie reumatiche: la spondilite anchilosante.

spondilite anchilosante luca serra neurochirurgo

La spondilite anchilosante: Che cos’è?

La spondilite anchilosante (o SA, come viene anche chiamata) è una malattia infiammatoria che colpisce le articolazioni, in particolare la colonna vertebrale. Questa diventa meno mobile e flessibile con conseguente limitazione della mobilità. Nei casi più gravi la colonna vertebrale si fonde a formare una struttura unica (anchilosi, da cui il nome della malattia) con grave decadimento della qualità della vita.
Si differenza dalle altre malattie reumatiche, perché colpisce più frequentemente gli uomini delle donne.

Come si manifesta la malattia?

Il sintomo più precoce è il mal di schiena a livello lombare. Di solito, in un paziente giovane tra i 20 e i 40 anni di età, il dolore peggiora con il riposo notturno, causando una notevole rigidità al mattino, che poi migliora con il movimento. Frequentemente coinvolge la giunzione sacro-iliaca.
Questo dolore deve essere distinto dal comune mal di schiena, che di solito colpisce all’improvviso soggetti anche in età avanzata, spesso dopo uno sforzo, e migliora con il riposo, più spesso associato ad artrosi della colonna.
Oltre alla colonna vertebrale, possono essere coinvolte le articolazioni sacro iliache e le inserzioni di tendini e legamenti sulle ossa, soprattutto a livello del calcagno e alle costole.

Le complicanze della spondilite anchilosante

Accanto alla SA, possono manifestarsi:

  • uveite: un’infiammazione dell’occhio, che si manifesta con dolore all’occhio, aumentata sensibilità alla luce, visione annebbiata;
  • difficoltà respiratoria per il coinvolgimento delle ossa a livello toracico;
  • infiammazioni dell’aorta, che può subire alterazioni tali da coinvolgere anche la valvola aortica.

Le cause del disturbo.

Non si conoscono ancora le cause della spondilite anchilosante. Sicuramente ha importanza un gene, chiamato “HLA-B27” coinvolto nell’attivazione del sistema immunitario contro le articolazioni.
Altri fattori non genetici che aumentano il rischio di sviluppare la spondilite anchilosante sono:

  • sesso maschile
  • giovane età
  • psoriasi o parenti di primo grado affetti da psoriasi
  • malattie infiammatorie croniche intestinali

Diagnosi della spondilite anchilosante: quali sono gli esami a cui sottoporsi?

È molto importante la diagnosi precoce, per cui è necessario effettuare una visita medica con i test di valutazione della motilità della colonna vertebrale.

  1. Gli esami di laboratorio: sono questi che mostrano in genere un aumento degli indici di infiammazione (PCR, VES), la negatività del fattore reumatoide e degli anticorpi anti-CCP, la presenza del gene HLA-B27.
  2. Gli esami radiografici: la radiografia standard, la risonanza magnetica della colonna e/o delle articolazioni periferiche.

In che modo si affronta il problema? Come si cura?

Non esiste una cura definitiva per la spondilite anchilosante, ma alcuni farmaci sono oggi in grado di ridurre l’infiammazione e il dolore e di alleviare i sintomi.
Nello specifico, risultano efficaci:

  • farmaci anti-infiammatori per controllare le fasi iniziali del dolore e dell’infiammazione;
  • farmaci anti-TNFα (es. etanercept, adalimumab, infliximab, golimumab) in grado di controllare il processo infiammatorio sia a livello osseo, sia a livello di cute (in caso di psoriasi) e intestino (in caso di malattie infiammatorie intestinali).

Le linee guida dell’ American College of Rheumatology definiscono chiaramente il trattamento della malattia.

Novità e nuove tecniche per trattare il disturbo della SA.

La prevenzione e la eventuale correzione delle deformità patologiche della colonna vertebrale è resa possibile grazie alle tecniche di chirurgia vertebrale mini invasiva, con interventi mirati di artrodesi e stabilizzazione.